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VIA CRUCIS


 

Icone di Giovanni Moscara

Con intima soddisfazione porto a termine questo lavoro che, con animo gioioso, dono alla Parrocchia di San Paolo Apostolo; sono contento di assolvere alla promessa fatta a Don Umberto Praino diverso tempo fa.

 Veramente, già da tempo, avevo incominciato a realizzare dei bozzetti, ma non riuscivo a trovare mai l’idea che andasse bene per la mia parrocchia, proprio come succede un po’ a tutti quando bisogna scegliere un oggetto per la propria casa e si stenta a trovare quello adatto.

Spero che questo mio lavoro, realizzato con gli occhi e la mente di un sincero credente, sia accolto favorevolmente da tutti i parrocchiani e possa contribuire, attraverso una fruibile comprensione delle immagini, a favorire un cammino nel segno della croce.

 Quella croce che, come dice S. Paolo, “ è stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio”.

L’opera, come vuole l’antica concezione, è composta da quattordici stazioni ed è proposta in chiave moderna, rispettando la tradizione.

La composizione è risolta con una modulazione della linea curva che genera, con il movimento, le forme delle figure e del paesaggio.

Tutte le linee sono realizzate in oro, in modo da creare effetti luminosi diversi che vengono a determinarsi col variare delle luci e dei vari punti di vista dell’osservatore.

Il colore, generalmente piatto e saturo, segue la struttura compositiva e si assoggetta alla linea per dare unità ed equilibrio.

Le composizioni sono facilmente individuabili nell’intento di rendere più consapevole il cammino  spirituale di ognuno di noi.                                     

 

Dedico questo lavoro alla memoria  di mio padre e di mio nipote Gaetano.


 
Giovanni Moscara


I STAZIONE

GESU' E' CONDANNATO A MORTE

La prima stazione mette in risalto Gesù che ascolta con serenità la sua condanna. La composizione mette in evidenza, nella parte architettonica, nella cura degli ambienti, nell’abito di Pilato, il lusso e la ricchezza terrena.
Il variare delle luci  rende ancora più aristocratico l’interno del palazzo.

O Gesù, donaci la capacità di accettare croci pesanti, di non farci schiacciare, 
di non odiare, di non stare succubi, di non vendicarci.
O Gesù, che io non sia giudice spietato di chi sbaglia.


II STAZIONE

GESU' E' CARICATO DELLA CROCE

Nella seconda stazione la composizione si focalizza sull’uomo forzuto che si affatica a mantenere la croce, rendendo così il senso del grande peso da consegnare a Gesù. Dietro la colonna, che ricorda il potere terreno spunta la luce divina che accompagna Gesù al Calvario.

O Gesù, quel pezzo di legno l'hai preso sulle tue spalle, 
ma, dentro, c'ero anch'io, c'eravamo tutti.
Tu ci porti non alla tomba, ma alla risurrezione. 
Anche se ci sentiamo ancora tanto in croce, ci sei tu, e ci basta per proseguire.


 III STAZIONE

GESU' CADE LA PRIMA VOLTA

La terza  stazione mette in evidenza Gesù che si piega sotto il peso della croce che, sostenuta da un uomo, crea un vuoto triangolare permettendo a Gesù di riprendere le forze. Semplice e sintetico il paesaggio. Nei momenti difficili  compare il Padre, rappresentato dal fascio di luce, che  accompagna e sostiene il figlio.

 

Il tuo cadere, o Gesù, davanti a tutti, all'ironia della folla o al silenzio degli ignavi, 
è umiltà che sconcerta il mio orgoglio.
Donami, o Cristo, la grazia di sentirti accanto, quando mi vedo a terra.


IV STAZIONE

GESU' INCONTRA MARIA SUA MADRE

La quarta stazione è caratterizzata dallo slancio della Madonna verso suo figlio mentre Gesù  si sforza di non mostrare la sua sofferenza.  Questo particolare momento è valorizzato anche dal paesaggio dove i due alberi incorniciano le  due figure come una bella fotografia da conservare.

  Tua madre, o Gesù, ti ha guardato e in quello sguardo c'era tutto il perdono
che domandiamo per ogni nostro affronto, per ogni nostro rifiuto.
E con il tuo silenzio, o Cristo, hai risposto proseguendo verso la croce.


V STAZIONE

IL CIRENEO AIUTA GESU' A PORTARE LA CROCE

La composizione della quinta stazione rappresenta Gesù  che non riesce più a sostenere il peso della croce, ma prontamente Simone di Cirene, messo in evidenza dalla direzione della croce, è pronto ad intervenire per alleggerire Gesù da questo peso. Il paesaggio è reso con sole gradazioni di verde per non distogliere lo sguardo dell’osservatore dal centro compositivo.

 

Anche tu, o Gesù, ti sei permesso un momento di sosta per poter arrivare alla croce.
C'è in noi la tentazione, a volte, di abbandonarci, di lasciarci andare, di fermarci, 
e fare di ogni sosta una meta.
O Gesù, che anch'io incontri un cireneo, per essere cireneo degli altri con più fede!


VI STAZIONE

LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESU'

Nella sesta stazione le direttrici lineari portano verso il volto di Cristo che in modo chiaro rende il senso di gratitudine per il bel gesto della Veronica sottolineato dal panno che ha asciugato il volto di Gesù. Il solo colore costruisce il paesaggio.

  O Gesù, tu hai gradito quel dolce fazzoletto che ha accarezzato il tuo volto, 
e il tuo sguardo impresso nella storia di ciascuno è di conforto
 nel cammino che ci resta prima della risurrezione.


VII STAZIONE

GESU' CADE LA SECONDA VOLTA

La composizione piramidale della settima stazione pone alla base Gesù che a stenti riesce a mantenersi in equilibrio aiutandosi con le mani, mentre  al vertice della composizione  si trova la testa del soldato che, con azioni violente, obbliga Gesù  a riprendere la strada per il Calvario.
Le colline del paesaggio indicano che la meta è ancora lontana.

  O Gesù, rivederti a terra è sentire in me il peso di questa mia nuova stanchezza
a lavorare per il tuo regno.
Ma tu sei caduto per starmi vicino, e invitarmi a proseguire.


VIII STAZIONE

GESU' INCONTRA LE DONNE DI GERUSALEMME

Nell’ottava  stazione la composizione è strutturata in due parti: nella parte destra il blocco delle pie donne e nella parte sinistra Gesù con la croce. Gli atteggiamenti delle pie donne sono resi con un morbido gioco di linee e i loro volti evidenziano con chiarezza il profondo dispiacere nel vedere Gesù sofferente, che a sua volta trova la forza per consolarle. Il paesaggio nella parte sinistra sottolinea l’inizio di una salita più ripida.

Il tuo rimprovero alla pie donne, o Gesù, ci tocca un pò tutti quanti.
Ci piace in fondo vivere di scontati rimpianti o di lacrime vuote.
E così, o Cristo, la nostra zolla è tanto secca e dura al seme della tua Parola.


IX STAZIONE

GESU' CADE LA TERZA VOLTA

Nella nona stazione ritorna lo schema  piramidale. Alla base  la figura di Cristo è evidenziata dal primo piano del paesaggio che ci conduce verso il centro della composizione. Gesù è ormai esausto e, per non abbandonarsi completamente a terra, cerca di aggrapparsi alla croce sostenuta dalla figura in secondo piano che conclude il triangolo compositivo.

Non è tanto il tuo cadere, o Gesù, a ferire il mio sentimento umano, 
quanto il mio star zitto al silenzioso cadere di spiriti delusi e di anime stanche.
E tu, o Cristo, ti rialzi, e con te la mia speranza di ritentare qualcosa di nuovo.


 X STAZIONE

GESU' E' SPOGLIATO DELLE VESTI

La decima composizione, con un dosato movimento lineare, mette in evidenza lo strappo delle vesti, sottolineato anche dal bianco che si stacca dalle modulazioni di verde ottenute quasi in piano. La convergenza al centro delle colline indica il punto della crocifissione.

  O Gesù, senza più vestito, senza formalità, senza più struttura!
Così, in fondo, mi piaci.
E tu abbracci la croce, povero in tutto, ricco unicamente d'amore universale.
Amarti così, in tutto il tuo dono senza ombre, è grazia che cerco.


XI STAZIONE

GESU' E' CROCIFISSO

In questa undicesima stazione l’uomo che inchioda i piedi di Cristo, posto alla sinistra, diventa il punto di partenza della croce che, messa in diagonale, indirizza l’osservatore verso l’orizzonte; esso con la sua curva allude a tutto il mondo che abbandona Gesù.

 

O Gesù, tu sei il Crocifisso anche ora.
Ed io son qui a contemplarti in tutto il tuo vibrare di palpiti infiniti. Anche per me.
E ti sento dire: "Ecco come ti amo! E tu?"
Ed io, o Gesù Crocifisso, ti contemplo e prego: "Perdonami!"


XII STAZIONE

GESU' MUORE IN CROCE PER NOI

La dodicesima composizione è l’unica a impianto simmetrico per favorire il senso di immobilità. Gesù è morto in croce e tutto sembra essersi fermato, comprese le due figure ai lati di Cristo. Una grande luce si è spenta sulla terra e il paesaggio ne risente diventando acromatico. Il giallo-luce apre al centro la composizione e allude al padre che allarga le braccia per accogliere il figlio.

 Nella tua morte, o Gesù Crocifisso, c'è già tutta una nuova umanità che sta per nascere.
E dal costato trafitto esce la tua Chiesa, Madre di ogni vivente.
L'amore avrà sempre un respiro in più.
Anche se tutto l'odio di questo povero mondo mettesse in croce milioni di esseri umani,
Tu, o Cristo, ci garantisci la vita.


XIII STAZIONE

GESU' E' DEPOSTO DALLA CROCE

Cristo al centro della composizione, nella tredicesima stazione, è sollevato in verticale dalla figura di destra mentre la Madonna, vedendo il figlio nella posizione dei vivi, nutre ancora delle speranze di vederlo vivo e lo tocca per scorgere qualche segnale di vita.

  O Gesù, tu non hai inventato nessuna croce, e pensarlo è di sconforto e di dubbio.
Tu hai inventato la croce di salvezza, e da qui parte ogni forza 
e ogni capacità di sopportare croci umane.


XIV STAZIONE

GESU' E' SEPOLTO

Dosati andamenti lineari costruiscono la composizione della quattordicesima stazione i cui personaggi sono colti con naturale scioltezza. Gesù è deposto nel sepolcro, visto non come un luogo chiuso, ma come una fonte di luce che indica la salvezza, dopo aver superato la porta del Vangelo di Giovanni:
“ Io sono la porta. Chi per me passerà sarà salvo…”

  

 O Gesù, tu lo sai come siamo deboli e pronti a disperare di tutto.
Ma l'oggi è già tuo, e il domani ancora di più.
Bisogna credere in un Dio vivente, e tutto, si proprio tutto, prima o poi, risorgerà!
Ci credo, o Cristo!

 


LA COMUNITA' PARROCCHIALE, INSIEME AL SUO PARROCO,
E' MOLTO GRATA AL PROF. GIOVANNI MOSCARA,
PER QUESTO GRANDE DONO CHE HA VOLUTO FARE ALLA SUA CHIESA.


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